Nella pioggia di elogi e commemorazioni per Pippo Baudo, scomparso a 89 anni, una voce stona e divide l’opinione pubblica. È quella di Pupo, che proprio nei giorni del lutto ha scelto di raccontare una verità scomoda, un ricordo dolce amaro che nessuno si aspettava. “Ricordo bene quando mi disse che gli stavo antipatico e che non sopportava il mio nome d’arte, Pupo”, ha scritto sui social il cantautore toscano. Parole che hanno subito fatto discutere, in un’Italia ancora scossa dalla morte del conduttore più iconico di sempre.
Il cantante di Gelato al cioccolato ha voluto sottolineare come Baudo non lo abbia mai sostenuto, né aiutato nella sua carriera. Anzi, negli anni ’80 gli aveva già predetto la fine artistica. “Ci rimasi malissimo, ma mi rimboccai le maniche e andai avanti. Oggi posso dire grazie Pippo, senza di te forse non avrei trovato quella forza e quella tenacia che mi permettono di celebrare 50 anni di carriera.”
Un messaggio che appare come un saluto sincero ma al tempo stesso come un regolamento di conti tardivo. Da una parte c’è chi ha applaudito il coraggio della schiettezza, dall’altra chi lo accusa di opportunismo, colpevole di cavalcare il clamore della morte di Baudo per attirare attenzione. In poche ore il post ha raccolto centinaia di reazioni divise tra sostegno e indignazione.
Una cosa è certa: Pupo ha scoperchiato un lato inedito e controverso del rapporto con il “monumento” della TV italiana. E nel giorno in cui tutti cantano lo stesso coro, lui ha scelto di stonare. Forse per liberarsi, forse per lasciare il segno.