Un addio trasformato in scena madre. Alla camera ardente di Pippo Baudo, allestita al Teatro delle Vittorie, non sono stati né le corone del Presidente della Repubblica né i discorsi istituzionali a catturare l’attenzione. È stato un gesto improvviso, quasi teatrale: Katia Ricciarelli, l’ex moglie con cui il conduttore ha condiviso anni turbolenti, si è avvicinata alla figlia Tiziana e, con Mara Venier accanto, ha dato vita a un abbraccio che ha spaccato l’opinione pubblica.
Un abbraccio che molti hanno letto come un atto di rispetto, altri come una mossa a favore di telecamera. Perché davanti alla bara di Baudo – avvolta da un sipario rosso e circondata da rose – tre donne legate a lui in modi diversi hanno deciso di annullare anni di silenzi, divergenze e racconti ingombranti. Una riconciliazione autentica o un’immagine costruita per i flash dei fotografi?
Il momento ha scosso la platea. C’è chi ha applaudito alle lacrime condivise, chi ha storto il naso vedendo nel gesto più opportunismo che dolore. Del resto, quando si parla di Baudo, non si parla solo di un uomo di spettacolo: si parla di un’istituzione, di un simbolo nazionale. E il suo addio non poteva che trasformarsi in un evento, capace di generare emozioni contrastanti e discussioni feroci.
Mercoledì 20 agosto i funerali a Militello in Val di Catania, trasmessi in diretta Rai, sigilleranno la fine del suo percorso terreno. Ma ciò che resterà nella memoria collettiva non saranno solo le note delle sigle storiche o le parole delle autorità: resterà quell’abbraccio imprevisto, fotografato e discusso, che ha unito e diviso allo stesso tempo.