“Ciao Pippo, grazie.” Con queste parole semplici, Militello in Val di Catania ha salutato per l’ultima volta il suo figlio più illustre. La piazza di Santa Maria della Stella si è trasformata in un mare umano, con quasi duemila persone arrivate da tutta la Sicilia e oltre per rendere omaggio a Pippo Baudo, il maestro della televisione italiana. Non un funerale qualunque, ma un rito collettivo, fatto di applausi, lacrime e musica, che ha unito istituzioni, artisti e gente comune in un abbraccio unico e irripetibile.
Giunto in paese dopo un lungo viaggio attraverso mezza Italia, il feretro è stato accolto da fiaccole e applausi spontanei. All’interno della chiesa i figli Alessandro e Tiziana, i nipoti e i volti storici dello spettacolo, tra cui Michele Guardì, Lorella Cuccarini, Gigi D’Alessio, Albano e Alberto Matano. È stato Gigi D’Alessio a rompere il silenzio con parole che hanno emozionato tutti: “Questo non è un funerale, ma la festa di Pippo. Tutti noi gli dobbiamo qualcosa.”
L’omelia ha regalato uno dei momenti più intimi e struggenti. Don Giulio Albanese, padre spirituale di Baudo, ha raccontato le ultime parole ricevute dal conduttore: “Il successo non basta a riempire il cuore.” Poco prima di morire, ricevendo la comunione, Pippo aveva pianto, ripetendo per tre volte “grazie”. Un dettaglio che ha trasformato il saluto in un vero testamento spirituale, rivelando il lato più umano dietro l’icona televisiva.
Applausi scroscianti hanno accompagnato la bara sul sagrato, mentre sul maxischermo campeggiava un sorriso immortale e una scritta: “Ciao Pippo, grazie.” Militello, e con esso l’Italia intera, ha reso omaggio non solo al conduttore che ha fatto la storia della TV, ma all’uomo che ha trasformato lo spettacolo in cultura, che ha saputo restare vicino alla sua terra e alla sua gente, con la schiena dritta e la testa alta.