È successo tutto in pochi secondi, ma ha incendiato il dibattito politico e i social. In un talk show già carico di tensione, Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, stava illustrando dati che, secondo lui, dimostravano l’urgenza di accelerare la transizione ecologica. Di fronte a lui, Francesco Giubilei lo ascoltava in silenzio… finché non ha tirato fuori il cellulare.
“Angelo, guardi qui: dati ufficiali del ministero, aggiornati a ieri. Quello che dice non corrisponde alla realtà.”
Un colpo di scena in piena diretta, con un documento mostrato alle telecamere come una lama affilata. Lo studio si è trasformato in un ring: Bonelli ha alzato la voce accusando l’avversario di disinformazione strumentale, Giubilei ha rilanciato leggendo altre cifre. Il conduttore ha tentato di riportare l’ordine, ma la frittata era fatta.
La clip è rimbalzata sui social in poche ore. Hashtag e titoli hanno reso “il cellulare di Giubilei” il simbolo dello scontro. C’è chi ha accusato Bonelli di non saper reggere il contraddittorio e chi ha criticato Giubilei per il gesto teatrale. I giornali hanno ripreso l’episodio, divisi tra chi applaudiva la verifica “dati alla mano” e chi temeva una politica ridotta a spettacolo.
Dal punto di vista mediatico, il gesto ha un peso devastante: per una parte del pubblico, basta la scena per decretare il vincitore, indipendentemente dalla fondatezza delle cifre. Bonelli ha poi risposto pubblicando ulteriori grafici e accusando Giubilei di aver omesso parti cruciali. Ma la percezione pubblica è già stata segnata.
Il cellulare in diretta si è rivelato un’arma politica. Un’arma che può costruire o distruggere un’immagine in pochi istanti.