Pippo Baudo non ha lasciato solo un vuoto televisivo, ma anche un patrimonio che oggi scuote l’Italia. Il conduttore scomparso il 16 agosto 2025 a 89 anni non è stato soltanto il volto simbolo della RAI e il maestro che ha accompagnato generazioni intere: dietro la sua lunga carriera c’è un’eredità da milioni di euro fatta di case, terreni e guadagni accumulati in oltre quarant’anni di spettacolo.

Secondo Il Messaggero, il valore complessivo dell’eredità si aggira intorno ai 5 milioni di euro. Solo a Roma possedeva cinque appartamenti, tra cui un immobile da oltre un milione in via della Giuliana e ben quattro nello stesso palazzo di via della Vite, nel cuore del centro storico. Ma Baudo non ha mai dimenticato la Sicilia: dieci terreni a Noto e sei appezzamenti a Siracusa raccontano il legame profondo con la sua terra.

A questi beni si sommano i cachet stellari: circa 800.000 euro per ognuna delle tredici conduzioni del Festival di Sanremo, contratti milionari, pubblicità e diritti d’immagine. Una fortuna che però si scontra con un paradosso: la sua pensione statale era di appena 910 euro al mese, cifra che Baudo stesso amava citare con ironia.

Per legge, saranno i due figli – Alessandro, riconosciuto ufficialmente solo nel 2000, e Tiziana, sempre vicina al padre – a spartirsi l’eredità. Al momento non risultano testamenti che possano modificare la divisione, ma in Italia ogni lascito di questo calibro porta con sé il rischio di contenziosi.

Il tema divide l’opinione pubblica: da un lato c’è la celebrazione dell’uomo che ha formato generazioni di artisti e reso più ricca la cultura popolare, dall’altro il clamore per case romane, terreni siciliani e milioni guadagnati. La verità è che l’eredità di Pippo Baudo non è solo economica, ma simbolica: un patrimonio materiale e culturale che obbliga i suoi eredi a gestire non soltanto beni, ma un pezzo di identità nazionale.