Quasi sottovoce, con quella riservatezza che lo contraddistingue, Jannik Sinner ha pronunciato le parole che nessuno si aspettava: “Sì, sono innamorato.” Una frase semplice, ma capace di raccontare molto del ragazzo dietro al campione. Perché se il mondo lo vede come il numero uno del tennis, lui continua a vivere lontano dai riflettori, costruendo giorno dopo giorno un equilibrio fatto di semplicità, disciplina e affetti autentici.
Alla vigilia degli US Open, a New York, Sinner si è presentato come sempre: concreto, umile, concentrato. “A quello non penso mai,” ha detto riferendosi al ranking. “Sono un ragazzo umile, non è il titolo di miglior giocatore al mondo a definire chi sei, ma il percorso, la voglia di crescere, la capacità di restare fedele a te stesso.”
Nei momenti liberi preferisce rifugiarsi nelle passioni più semplici. I Lego, ad esempio. “Mi sono appassionato moltissimo. La sera costruisco, ho appena finito una Porsche in cinque ore, ora ne voglio una più grande.” Non un gioco da bambini, ma un modo per ritrovare calma e concentrazione, per costruire pezzo dopo pezzo lo stesso equilibrio che gli serve in campo con la racchetta.
Ed è in questo equilibrio che trova spazio anche l’amore. Non ostentato, non esibito sui social, ma custodito con la forza silenziosa di chi sa che la vera felicità non ha bisogno di essere urlata. Forse è proprio questo il segreto di Sinner: vincere senza perdere se stesso, correre dietro a un titolo portando con sé qualcosa di ancora più prezioso, un sentimento vero, lontano dalle telecamere.
Un campione che resta ragazzo, un ragazzo che resta campione.