Jannik Sinner lo sa: nel tennis, come nella vita, tutto può cambiare in un istante. Per questo non abbassa la guardia, neppure dopo il travolgente successo ai quarti di finale del Masters 1000 di Cincinnati contro Felix Auger-Aliassime. Una vittoria netta, quasi brutale, ma che per l’azzurro non rappresenta un punto d’arrivo. Anzi: ci sono ancora due partite da vincere per difendere il titolo e arrivare agli US Open con la consapevolezza di poter spaccare la storia.
«Ogni match è diverso, anche contro lo stesso avversario nella stessa stagione» ha dichiarato, sottolineando come la chiave sia stata la risposta devastante che ha mandato in tilt il canadese. Felix, spaesato, ha collezionato 30 errori gratuiti e ben otto doppi falli, inchinandosi a un numero uno che sembra ormai giocare in un’altra categoria.
Eppure Sinner mantiene i piedi per terra: «Non posso ancora paragonarmi ai Big 3, il loro livello è diverso. Ma voglio lasciare un segno e scrivere il mio nome nella storia del tennis». Parole che scatenano il dibattito: è solo umiltà strategica o la consapevolezza che il trono dei Federer, Nadal e Djokovic resta ancora intoccabile?
Per ora resta un dato innegabile: l’azzurro mostra un livello di gioco più alto e maturo rispetto ai giorni precedenti, una crescita continua che alimenta il sogno di un’intera nazione. Ma la domanda resta sospesa: sarà davvero lui a cambiare per sempre le gerarchie del tennis mondiale?