Quando il treno fischia verso Novara, nessuno immagina che possa diventare teatro di un incubo. Ma per una giovane donna di 20 anni, quel viaggio quotidiano verso il lavoro si è trasformato in un’esperienza che l’Italia intera fatica a credere… e ad accettare.
Secondo le prime ricostruzioni, la ragazza – che vive a Trecate e lavora come commessa nel centro storico di Novara – stava per raggiungere la sua destinazione quando un ragazzo l’ha bloccata in un vagone vuoto e ha abusato di lei. Nessun testimone. Nessun urlo. Solo il silenzio sordo di un convoglio in movimento e l’orrore consumato a pochi minuti dall’arrivo in stazione.
La denuncia è stata sporta dalla giovane direttamente alla Polizia Ferroviaria, che ora è sulle tracce di un sospettato. La notizia, tenuta sotto silenzio per giorni, è esplosa solo nelle ultime ore e ha già innescato una vera e propria caccia all’uomo.
E mentre l’indagine va avanti, l’Italia si divide. C’è chi urla all’ennesimo fallimento della sicurezza pubblica e chi si chiede: “Possiamo ancora fidarci di un vagone vuoto in pieno giorno?”
La storia non è solo un fatto di cronaca nera: è uno specchio rotto della nostra società. Dove si nasconde il mostro? Fuori o dentro le nostre stazioni, i nostri treni, la nostra indifferenza?